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2 agosto, 2018

L'emergenza ambientale e la necessità di un'inversione di rotta

Il dibattito sull'emergenza ambientale sta fortunatamente confermandosi come centrale in tutti i summit internazionali, come ad esempio lo è stato nell'ultimo G7 tenutosi a La Malbaie in Canada gli scorsi 8 e 9 giugno.

Dal comunicato dell'incontro si legge, infatti, che "Il Canada, la Francia, la Germania, l’Italia, il Giappone, il Regno Unito e l’Unione Europea intendono riaffermare il proprio convinto impegno a implementare l’Accordo di Parigi, attraverso ambiziose azioni salvaclima. In particolare, riducendo le emissioni, stimolando l’innovazione, accrescendo la capacità di adattamento, rafforzando e finanziando la resilienza e riducendo la vulnerabilità[1]".

Gli effetti dell'inquinamento impongono sempre di più ai governi di ricercare alternative sostenibili ai nostri sistemi di produzione, distribuzione, consumo e scarto di materiali, individuando nei meccanismi di economia circolare una via tangibile a questa inversione di rotta.

Anche in termini di occupazione si prevede il sorgere di nuove professionalità in grado di progettare una conversione ecologica degli stessi ambienti lavorativi aziendali. Questi dovranno essere riformulati con una logica ecosostenibile, mediante l'utilizzo di materiali e tecnologie in grado di renderli tendenzialmente a impatto zero.

Questa relativa al quadro occupazionale è una proiezione confermata anche dall’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) che con il rapporto Greening with jobs – World Employment and Social Outlook 2018 ha stimato che la cosiddetta green economy genererà ventiquattro milioni di nuovi posti di lavoro, sei dei quali derivanti dall’economia circolare, intesa questa non solo come riciclo ma anche come rigenerazione e rimodulazione dei prodotti[2].

Si supera il paradigma dell’economia lineare incentrato sullo sfruttamento e l’obsolescenza predeterminata dei prodotti, e finalmente il rifiuto diventa risorsa.

Ecosostenibilità, tutela dell'ambiente, trattamento e riciclo dei materiali, impatto 0, sono tutti temi portanti di questo nuovo Sistema, che si rendono impellenti e non più procrastinabili a giudicare i segnali inviati dal nostro ambiente naturale.

Proprio per questo in Italia è lo stesso Ministero dell’Ambiente, in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione, ad affermare che i «cambiamenti climatici e la desertificazione sono interconnessi e ci riguardano molto da vicino. Un quinto del nostro Paese è a rischio desertificazione: sicuramente il Sud Italia è particolarmente vulnerabile ma ormai anche il Centro è coinvolto[3]".

Attraverso il Gruppo Green Holding posso dire che le diverse aziende nelle quali ho lavorato hanno ragionato, e ragionano tuttora, secondo quest'ottica: far parte di un ambiente e rispettarlo, ottimizzando la gestione degli scarti in materiali e fonti energetiche e investendo in ricerca e innovazione affinché le imprese con le loro strutture siano sempre più inserite nel contesto ambientale che le ospita.

Damiano Belli