21675 Damiano Belli Articoli
24 febbraio, 2020

Ambienthesis porta l’innovazione al SiCon2020

In occasione del Workshop SiCon Siti Contaminato 2020 il gruppo Ambienthesis[1] si è distinto con il suo progetto sperimentale di trattamento e bonifica delle falde attraverso l’uso del grafene.  La XI edizione della manifestazione, che si è svolta la scorsa settimana a Roma presso la Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale della Sapienza, ha visto la partecipazione di 200 eccellenze italiane impegnate nel settore del risanamento e della messa in sicurezza di siti contaminati.

È stata un’importante occasione per condividere casi studio e esperienze di interventi di risanamento e siti contaminati, portando anche all’attenzione del mondo scientifico le più rilevanti e recenti innovazioni del settore.

La partecipazione del gruppo al Workshop testimonia ancora una volta l’impegno dell’azienda nello sviluppo di nuove tecnologie a basso impatto ambientale, con particolare attenzione al trattamento di sostanze altamente inquinanti come i reflui oleosi prodotti dall’industria petrolifera, metalmeccanica e del carbone.

Il gruppo Ambhientesis ha avuto la possibilità di presentare due interventi:

  • “Soil Vapor Extraction su contaminazione organica profonda in contesto urbanizzato” a cura di Alessia Fossa
  • “Le sperimentazioni di bonifica tramite l’utilizzo del grafene su acque di falda” a cura di Fabiana Saraceno

In quest’ultimo intervento appunto sono stati illustrati nel dettaglio i risultati della ricerca per il trattamento di acque mediante l’utilizzo di grafene, fatta in collaborazione con Directa Plus S.p.A., uno dei principali produttori di grafene al mondo. Il grafene è un materiale con struttura bidimensionale, un foglio di carbonio dello spessore di un atomo. La sua scoperta è valsa il premio Nobel del 2010 e sta invadendo tutti i campi della tecnologia, dall'elettronica all'aeronautica, dalla medicina all'esplorazione spaziale.

Questo materiale estremamente versatile, per le sue le sue caratteristiche oleo assorbenti ha dato risultati positivi nelle sperimentazioni, sia nelle applicazioni di presidi oleo-assorbenti on site sia nell’applicazione off site nell’impianto sperimentale presso il sito produttivo di Orbassano (Torino). In questo sito ha sede la più grande piattaforma multifunzionale in Italia per il trattamento, lo smaltimento e il recupero di rifiuti liquidi e solidi pericolosi e non pericolosi provenienti dal comparto industriale.

La ricerca è nata con l’obiettivo anche di valutare l’applicabilità su scala industriale dell’utilizzo del grafene nel campo del trattamento dei rifiuti e delle attività di bonifica e risanamento ambientale. L’impianto di ricerca e sperimentazione è autorizzato ai sensi dell’art.211 del d.lgs 152/2006 s.m.i per un periodo di 2 anni.

Il prodotto sperimentato, il Grafysorber, ha specifiche caratteristiche che derivano dal sul suo processo di produzione:

  • Gli atomi del carbonio sono disposti secondo un reticolo cristallino a nido d’ape
  • La polvere grigia scura è composta dal 98% di carbonio
  • La densità apparente è compresa tra 2 e 9 gr/l

Il Grafysorber  è un prodotto ecosostenibile con la matrice selettiva che consente un’elevata velocità d’azione. Ha dimostrato la sua efficacia su idrocarburi, tensioattivi e olii. Presenta anche il vantaggio di essere rigenerato attraverso una semplice spremitura. Risulta idoneo anche alla rimozione di idrocarburi in mare.

Durante la sperimentazione è stata ampiamente testata la validità del prodotto, che presenta anche il vantaggio di poter essere utilizzato per trattamento di diverse matrici. Le diverse applicazioni effettuate inoltre hanno dato risultati che attestano l’efficacia della rimozione dei contaminanti[2].

La sperimentazione dovrà proseguire per studiare e selezionare i tipi di applicazione che ottimizzano l’efficacia del prodotto. La grande portata innovativa del prodotto risiede nella sua alta ecosostenibilità: non richiede l’utilizzo di energia e di additivi chimici. Inoltre la produzione di rifiuti è prossima allo zero.

Damiano Belli

[2] Uno degli obiettivi dei presidi messi in posa è stato il raggiungimento della capacità intrinseca di adsorbimento del grafysorber a 100 gr/gr.