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17 maggio, 2019

Nasce Ambienthesis Middle East DMCC, a Dubai prende piede il futuro anche grazie a EXPO 2020

La rinascita degli Emirati Arabi Uniti (UAE) passa soprattutto attraverso la sua attività economica regolata dal Governo Federale che, a Dubai, hanno appositamente aperto alla generazione di un ambiente efficientemente organizzato ma che non presenta eccessive restrizioni di carattere normativo, offrendo in questa misura una serie di condizioni operative per le imprese che rendono questo uno dei Paesi più liberali e profittevoli dell’attuale scenario economico mondiale.

Per questo motivo le aziende internazionali che decidono di intraprendere relazioni di business con questa Regione hanno la possibilità, oltre che di stringere relazioni commerciali, anche di aprire sedi ed uffici di rappresentanza in loco nonché impianti produttivi anche attraverso Joint Venture con imprese industriali locali per allargare il parterre di clienti ai quali offrire i propri servizi, per costruire un network di riferimento e per confrontarsi con il mercato emergente.

Anche per Ambiethesis si è presentata dunque l’occasione per aprirsi a questo nuovo mercato e per costituire la propria controllata al 100% denominata Ambienthesis Middle East DMCC, volta ad implementare lo sviluppo dell’intera compagnia su un piano internazionale anche con la costituzione di una JV con Bee’ah Sharjah Environment, una fra le principali società operante nel waste management negli UAE. Un’opportunità che “rappresenta elemento di consolidamento della strategia di internazionalizzazione che stiamo perseguendo e ci consentirà di trasferire nel mercato locale e in tutti i Paesi IMEA (India, Middle East, Africa) il nostro valore aggiunto in termini di know-how maturato in 30 anni di esperienza nelle bonifiche ambientali e nella gestione dei rifiuti industriali”, come ha recentemente affermato anche il presidente Giovanni Bozzetti[1].

La strategia di Ambienthesis riguarda, infatti, uno scenario che si prefigura come altamente prolifico in una chiave di business, visto e considerato che proprio a Dubai avrà luogo nel prossimo anno l’Expo 2020, che si preannuncia già come un evento di impatto smisurato sullo sviluppo economico degli Emirati Arabi Uniti, dei Paesi del Golfo persico e di tutte le aziende internazionali che avranno la lungimiranza e l’accortezza di legarsi in queste interessanti opportunità di affari.

L’evento accelererà inoltre il processo già in atto in tutti gli emirati di realizzazione di citta ecosostenibili sia dal punto di vista energetico che di gestione dei rifiuti, campo nel quale Ambienthesis potrà dare il proprio reale contributo al progetto.

L’evento avrà luogo dal 20 ottobre del 2020 fino al 10 aprile del 2021 e si terrà in un’area urbana di recente costruzione denominata Dubai South, conosciuta in precedenza come Dubai World Central. Questa, che diventerà una free zone, sarà divisa nel distretto residenziale, in quello commerciale, nel distretto del golf, in quello logistico, nell’Aviation City con il nuovo aeroporto Al Maktum e nella parte prettamente dedicata all’esibizione chiamata, appunto, Dubai Exhibition City. Sotto il macro-tema Unire le Menti, Creare il Futuro poi, sono stati predisposte tre sotto-tracce che faranno da attrazione alla sottoscrizione di nuove partnership volte ad immagine un nuovo sviluppo tecnologico e a rendersi partecipe di una trasformazione socioeconomica che, a partire dagli Emirati Arabi, arrivi a coinvolgere l’intero globo: si tratta di “Opportunità, creare connessioni più intelligenti e produttive”, “Sostenibilità, progresso e prosperità senza compromettere i bisogni delle generazioni future” e “Mobilità,  sbloccare nuove possibilità per persone e comunità, contribuendo con successo al futuro”, tre grandi insiemi tematici in grado, secondo il Dipartimento del Turismo e del Commercio, di generare entro il 2021 la creazione di nuovi 275.000 posti di lavoro, in particolar modo nei settori edili, di ingegneria, della mobilità e dell’ospitalità.

L’area destinata a EXPO 2020 sarà di circa 438 ettari, e l’allestimento, secondo il governo, sarà completato entro il prossimo ottobre così da concedere ai responsabili circa un anno di tempo per terminare i progetti più piccoli e realizzare tutti i dovuti test di controllo sui sistemi e le tecnologie. Tutto dovrà essere perfetto, infatti, visto che la stima dei visitatori ammonta a più di 25 milioni di persone, il 71% dei quali proveniente da Paesi esteri (e questo dato rappresenta, per la storia dell’evento, un nuovo record), equivalenti cioè a oltre 17 milioni di turisti che visiteranno gli Emirati Arabi Uniti. E, naturalmente, tutto questo si traduce in un’incredibile opportunità per chi decide di investire nelle infrastrutture e nei trasporti, nel settore dell’ospitalità e nell’immobiliare fino al settore della produzione e della distribuzione energetica.

Studi della Deutsche Bank e della Global Investment House hanno infatti rilevato come Dubai arriverà a destinare circa 43 miliardi di dollari per implementare le sue infrastrutture, 10 dei quali da destinare prettamente al miglioramento e all’innovazione dei trasporti pubblici. Questo anche in considerazione del fatto che si sta registrando un discreto innalzamento demografico, cosa che ha incentivato gli investitori a dedicarsi anche alla realizzazione di abitazioni, uffici e edifici commerciali, per un totale di 45 mila nuove unità abitative che andranno sul mercato entro la fine dell’anno con la copertura economica che si prevede sarà affidata all’innalzamento occupazionale della stessa fiera. Giusto per citare un esempio di nuovo sviluppo urbano, basti considerare che all’interno del ventaglio di progetti edilizi già in programma vi è anche Sheikh Mohammed bin Rashid City, un nuovo insediamento in grado di includere il centro commerciale più grande del mondo, un parco tematico basato sugli Universal Studios e un’area verde addirittura più grande della londinese Hyde Park.

I 700 mila m2 dell’area EXPO, 500 mila dei quali coperti da strutture che saranno poi permanenti, avranno in ogni caso un carattere imprescindibile di eco-sostenibilità, con strutture fotovoltaiche in grado di provvedere al 50% del bisogno di energia dell’intera fiera, con dei monitor costantemente attivi per rilevare le emissioni di anidride carbonica durante la gestione del riciclaggio dei materiali, e, naturalmente, con l’utilizzo di energia solare per il quale un comparto strategico nell’area GCC sarà destinato proprio alle aziende italiane[2].

Insomma, il quadro degli Emirati Arabi si presenta come una preziosa opportunità di mettere in pratica le esperienze imprenditoriali, svilupparne di nuove e tessere reti di collaborazioni in grado di guidare tutto il settore verso uno sviluppo innovativo e un aumento di qualità e profitti veramente consistente. E anche per quanto riguarda Ambienthesis, utilizzando le parole del presidente Giovanni Bozzetti, “Middle East DMCC rappresenta elemento di consolidamento della strategia di internazionalizzazione che stiamo perseguendo e ci consentirà di trasferire nel mercato locale e in tutti i Paesi EMEA il nostro valore aggiunto in termini di know-how maturato in 30 anni di esperienza nelle bonifiche ambientali e nella gestione dei rifiuti industriali[3].

Damiano Belli